Il 14 febbraio 1974, nella città di Södertälje, in Svezia, fu fondata una nuova squadra di calcio. L’origine passò inosservata all’epoca e il club trascorse gli anni nelle serie inferiori.
Un nome che non ricorda un club svedese
Con un nome che può far pensare a uno dei primi imperi della storia del mondo e con i futuri successi sul campo di calcio, il club si fece conoscere da un pubblico che si estendeva in lungo e in largo da Södertälje. Il nome del club era Assyriska FF, non il tipico nome di una squadra di calcio svedese degli anni Settanta. D’altro canto l’Assyriska FF non era, e non è mai stato, un tipico club svedese e i padri fondatori del club non erano degli omoni biondi dal fisico statuario. Il nome non era una coincidenza, non derivava solo dallo storico impero assiro, ma anche dalla nazionalità degli uomini che lo avevano fondato. Ma come poteva un gruppo di assiri finire in una città industriale svedese negli anni ’70?
Gli assiri in Svezia
Il 9 marzo 1967 un aereo con a bordo 108 persone decollò dall’aeroporto di Beirut, in Libano. La destinazione era la Svezia. A bordo c’erano rifugiati assiri e tutti avevano alle spalle una storia lunga travagliata. Gli Assiri erano una minoranza cristiana in un’area a maggioranza musulmana. La zona di Tur Abdin, nell’odierna Turchia orientale, divenne il cuore del gruppo etnico. Tuttavia, negli ultimi tempi dell’Impero Ottomano e dopo l’istituzione della Repubblica turca, gli assiri dovettero affrontare una grave repressione. Durante la Prima Guerra Mondiale ci fu un genocidio, furono uccisi 300.000 assiri in quello che gli assiri chiamano Sayfo, che in italiano significa “anno della spada”. Questo portò a un esodo di massa degli assiri verso l’Iraq, la Siria e il Libano dove anche qua furono vessati ma in misura minore.
L’integrazione nella società svedese
Dopo l’arrivo in Svezia, i 108 assiri saliti a bordo dell’aereo a Beirut furono distribuiti in tutto il Paese in quella che prende il nome di prima immigrazione non europea organizzata in Svezia. Tre famiglie furono sistemate nella città di Södertälje, vicino a Stoccolma. Ben presto ne seguirono altre a causa dello scoppio della guerra civile libanese nel 1975. La guerra, le cattive condizioni sociali e i procedimenti giudiziari furono i fattori di spinta dell’emigrazione assira, la possibilità di trovare un lavoro a Södertälje fu la pietra miliare. Il bisogno di lavoratori era grande nella città industriale di Södertälje, famosa per la fabbrica di camion Scania. Oggi ci sono circa 30000 assiri che vivono a Södertälje e 150000 in Svezia.
La fondazione dell’Assyriska
Dai suoi umili inizi nel 1974, quando l’Assyriska FF perse tutte le ventidue partite e finì con una differenza reti di 11-110 nella sua stagione inaugurale, alla massima serie svedese anni dopo. Nel 1992 il club raggiunse la seconda divisione e 11 anni più tardi la finale della Coppa di Svezia, dopo aver battuto, tra gli altri, l’IFK Göteborg. Sebbene il club abbia perso la finale contro l’IF Elfsborg, l’Assyriska FF ha scritto la storia. È stato il primo club fondato da immigrati a raggiungere la finale di Coppa di Svezia. Due anni dopo, nel 2005, il club scrisse un nuovo capitolo di un lungo libro raggiungendo l’Allsvenskan, la massima divisione svedese. La permanenza nella massima divisione durò solo una stagione e ad oggi la squadra risiede nella quarta divisione svedese.
Assyriska e non solo
Anche se il club non si è infradiciato nel successo, è giusto dire che l’impatto maggiore dell’Assyriska FF è stato quello di essere un esempio per altri club con minoranze etniche. In seguito la rivale dell’Assyriska di Södertälje, il Syrianska FC, e il Dalkurd, una squadra curda della città di Borlänge, hanno raggiunto l’Allsvenskan. Il calcio è stato uno degli ambiti più importanti e di successo per l’integrazione in Svezia. Zlatan Ibrahimovic e Kosovare Anssllani ne sono due degli esempi più lampanti. Sono anche un buon esempio di come i calciatori con un passato di immigrazione possano fungere da modelli.
Le persone di origine assira hanno dimostrato di essere importanti nell’economia, nel mondo accademico, nella politica e nel calcio. In un discorso tenuto nel 2005 a Södertälje in occasione della festa nazionale svedese, il primo ministro svedese Göran Persson ha riassunto il progresso della società svedese dalla nascita dell’Assyriska al momento in cui il club ha raggiunto l’Allsvenskan:
La Svezia ha subito enormi cambiamenti. A volte sembra più dura, a volte più fredda. Ma è anche piena di opportunità e molto più esotica rispetto alla Svezia in cui sono cresciuto. Il nostro Paese è arricchito da una diversità di culture e questo rende la Svezia più vincente.
Nello stesso discorso, Persson ha salutato i progressi dell’Assyriska e ha augurato loro buona fortuna in Allsvenskan.
Ma non tutti hanno accolto i progressi del club, soprattutto in Turchia.
Un club che riunisce un popolo
L’Assyriska ha svolto un ruolo importante nel far riconoscere il genocidio al governo svedese. Nel 2015 i giocatori del club assiro e della rivale Syrianska FC hanno esposto uno striscione con la scritta: “Quando il governo riconoscerà il genocidio Sayfo 1915?”. Il Syrianska FC è stato fondato da rifugiati siriaci, hanno una storia simile a quella degli assiri e sono stati anch’essi vittime degli orrori del 1915. Il Parlamento svedese ha deciso di riconoscere il genocidio di assiri e siriaci nel 2010, ma il governo svedese non ha dato voce al riconoscimento.
Per la diaspora assira, il club funge da squadra nazionale per una nazione senza Stato. Ci sono analogie con un club come l’Athletic Bilbao, anch’esso simbolo di una nazione senza Stato, o con la nazionale Sámi. Ma ci sono anche alcune differenze. L’Assyriska è aperta a giocatori non assiri mentre L’Athletic Bilbao no. E a differenza della nazionale sámi, l’Assyriska ha avuto l’opportunità di mettere in evidenza la propria causa politica sul campo di calcio. La partita inaugurale del club in Allsvenskan è stata trasmessa agli assiri di oltre 80 Paesi e gli assiri di tutto il mondo hanno visitato le partite casalinghe della squadra. Essi si sono recati a Södertälje per assistere alle partite della squadra. Si potrebbe dire che Södertalje il campo di gioco dell’Assyriska, la Södertälje Fotbollsarena, sono diventati una nuova casa per un popolo che non ha mai avuto un luogo dove soggiornare.
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Fonte foto: Caroline Envia Khamo