Inter, quanto è importante Mkhitaryan?

L’Inter mette il turbo. Accelera. Brucia il campionato in rettilineo. E l’impressione è che, senza una Juventus così gagliarda e coriacea, avrebbe già fatto il vuoto. Con maturità, con consapevolezza, con qualità sprigionabile in ricche quantità di talento, però, consolida la sua continuità e blinda la vetta. Puntella la sua forza, aggiungendo sempre qualcosa in più. Ma se la squadra di Inzaghi corre meglio delle altre, è perché il suo centrocampo ha leadership, polmoni e duttilità da vendere, caratteristiche perfettamente congeniali al gioco sincronistico, dinamico e fraseggiante elaborato da Inzaghi nel suo laboratorio del bello. E’ lecito, arrivati a questo punti, chiedersi: cosa sarebbe l’Inter senza Mkhitaryan? Perdersi nella regia pulita di Calhanoglu e nell’attitudine di Barella è facile, ma guardando una partita del Biscione l’ometto che più di tutti impressiona è un folletto armeno con il 22 sulla schiena e il 35 sulle scartoffie. Esatto: scartoffie. Quel 35 che oggi ripone su una torta di compleanno dai colori neroazzurri, oggi più che mai, è solo un numero.

Inter, quanto è importante Mkhitaryan?

A 35 anni detta ancora legge in mezzo al campo. Trasmette una sicurezza glaciale in ogni scelta e in ogni situazione. Corre lotta, spartisce ordine e intelligenza, pulizia e costanza in piena modalità ”calcio totale”. Pochi i fronzoli, tanta la sostanza. In una parola: stacanovista. Ma potremmo usarne di più: tuttofare, motorino, maratoneta. Il vestito perfetto si cuce al grido di ”concretezza”, meglio se silenziosa e…a costo zero. E’ l’ennesimo colpaccio aggratis della premiata ditta Marotta, accolto con scettiscismo per via di qualche guaio fisico, ma in seguito rispolverato da Inzaghi e inserito in un sistema e in un’ambiente che gli hanno regalato una seconda vita nel pallone. Al giorno d’oggi, Henrikh Mkhitaryan è uno dei migliori centrocampisti del nostro campionato. E lo dicono anche i numeri.

Caso Maignan, la nota dell’Udinese

Numeri che, per prima cosa, lo vedono al centro dei pensieri di Simone Inzaghi: è il suo maggior utilizzo, a cui non può davvero rinunciare. 1973 minuti, 24 partite da titolare su 27. Condite da 2 gol (nella passata stagione ne ha segnati 3) e 6 assist, secondo in tutto il campionato dopo il compagno Thuram. Corre in media 10 km a partita, e la sua heat map chiede pietà, perché è pienamente calpestata dai suoi piedi. Ma non è tutto: è il giocatore con più contrasti effettuati (insieme ad Arthur), ha un ottimo 87,5% di passaggi completati (in avanti e indietro fa lo stesso), recupera e pulisce palloni, vince duelli, garantisce equilibrio tattico e spinta offensiva. E non si ferma letteralmente mai: basti sapere che, in un anno e mezzo di Inter, ha giocato 76 partite. Altro che vecchietto.

 

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Fonte foto: X Inter

 

 

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