Il Milan detiene ancora il cartellino del giovane Charles De Ketelaere, momentaneamente in prestito all’Atalanta. Nonostante un cospiquo investimento (parliamo di più di trenta milioni), il belga classe 2001 non è riuscito ad incidere con i rossoneri. Anzi, ogni volta che entrava in campo sembrava frenato dalle emozioni, come se non fosse un problema meramente tecnico, ma puramente di tipo psicologico. A Bergamo sembra essersi sbloccato sotto questo punto di vista, mettendo a segno qualche gol e assist come quello di ieri per Lookman. Ironicamente, proprio contro i rossoneri.
Charles De Ketelaere come Dottor Jekyll e Mister Hyde
Charles De Ketelaere ha vissuto un primo tempo da dimenticare durante la sua prima sfida contro il Milan, la squadra che è ancora in possesso del suo cartellino.
Il centrocampista belga, trasferitosi a Bergamo in prestito con diritto di riscatto dopo aver detto addio ai rossoneri, si aspettava un’esibizione diversa nel confronto con la sua ex squadra. Dopo essere stato prelevato dal Bruges nel 2022, la sua avventura con il Milan è stata contrassegnata da una stagione deludente, che ha portato alla sua cessione durante l’estate. Quale posto migliore di Bergamo per scoprire il vero potenziale di un giocatore?
Il desiderio di “vendicarsi” si è manifestato attraverso la volontà di segnare. Tuttavia, De Ketelaere ha fallito in modo clamoroso quando ha avuto la palla del vantaggio al 9′. Un cross preciso di Lookman lo ha posizionato perfettamente nell’area milanista, ma la sua conclusione a botta sicura con il sinistro è finita altissima, sprecando un’opportunità imperdibile. Un errore che, fino a poco tempo fa, avrebbe totalmente spaccato la psiche del ragazzo.
Nella ripresa, De Ketealere entra in campo con una marcia in più, fino a trovare anche l’assist per Lookman per il momentaneo 2-1 degli atalantini. Terzo assist in campionato, ennesima buona prestazione e una consapevolezza che piano piano sta affiorando in lui e in chi lo guarda.
Se coccolato e scaricato dalle pressioni, questo ragazzo può sicuramente dire la sua. La domanda però sorge spontanea: in caso tornasse a Milano, sarebbe comunque in grado di giocare senza sentirsi schiacciato dalla pressione? O il San Siro (almeno per qualche anno ancora) è uno stadio troppo pressante per lui? Nel mentre, l’Atalanta se lo coccola. Almeno fino a fine stagione.
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