È ufficialmente finito il dibattito su di chi dovesse essere il Pallone d’Oro 2023, Messi ha alzato al cielo di Parigi il suo ottavo titolo.
Alla fine, con un risultato ampiamente pronosticato, Erling Haaland ha dovuto cedere il posto alla Pulce Argentina.
Dalla “Tercera” all’Ottavo
Il risultato della finale di Qatar 2022 rimarrà nelle menti di tutti gli appassionati di questo sport, 3-3 dopo i tempi supplementari e 4-2 dopo i calci di rigore.
Argentina campione del Mondo, Lionel Messi capitano di quella nazionale.
Una carriera stellare ed indiscutibile, con troppe sofferenze legate alla nazionale, una nazionale che era estremamente vicino a lasciare dopo un’altra finale internazionale persa.
Era davvero troppo, pure per un calciatore così vincente e determinante come lui quel peso aleggiava sulle sue spalle in maniera insopportabile.
Un anima così scoperta, fragile e quasi distrutta, come il sogno di un bambino argentino di giocare a calcio dopo che scopre di non essere come tutti gli altri, dovendo convivere sapendo di doversi mantenere nel mondo dei grandi con l’etichetta del bambino “che non può crescere”.
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Resilienza
Una storia così, una rivendicazione contro un destino così beffardo sin dalla tenera infanzia non poteva sicuramente lasciare alla Pulce un epilogo così malinconico con la sua amata nazionale.
Messi non si piega alle regole del gioco, non accetta questa fine per il suo lungo viaggio in nazionale, ed i risultati evidentemente, sono visibili a tutti.
Una storia di continua sofferenza, dalla sconfitta all’esordio con l’Arabia Saudita alla preghiera alla nonna sul rigore di Montiel.
È stata l’anima fanciullesca di Leo ad impedirgli di lasciare il sogno di diventare il miglior giocatore della storia di questo sport, la stessa che lo ha portato a completare il gioco che gli ha salvato la vita ed ispirato milioni di ragazzi e uomini.
Il Pallone d’Oro non è solo un premio ad un giocatore dalla stagione ottimale, ma anche il premio ad una carriera che ha dimostrato a tutto il mondo come ribellarsi alle regole di un destino, alle volte generoso, ma altrettante beffardo e incredibilmente ingrato.
Ed in questo campo, nessuno è stato migliore di Messi, o meglio, di Leo.
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