Salernitana, un disastro annunciato

Colantuono Salernitana

Il pareggio di ieri sera contro il Sassuolo servirà a poco: la Salernitana è ultimissima in Serie A e sempre più indirizzata verso la cadetteria. Certo, non è ancora detta l’ultima parola. Ma la stagione dei granata non può e non potrà che essere bollata come fallimentare.

Quando continui a ridisegnare equilibri già di per sé fragili, succede questo. Cadi giù. Troppa la confusione che si respira attorno all’ambiente granata, svuotato e stravolto in continuazione nel corso di un’annata da accartocciare in fretta. La squadra ne ha inevitabilmente risentito. E la Salernitana, dopo due anni di Serie A, è pronta a tornare giù, consapevole della sua debolezza. Quello che doveva essere il campionato della solidità, si è trasformato ben presto in un punto di non ritorno. Da cui è però lecito aspettarsi una ripartenza forte e decisa.

Salernitana, il presidente Iervolino saluta i tifosi (x Salernitana) direttacalciomercato.com

Salernitana, un lento declino tra errori e numeri da manicomio

Il presidente Iervolino ha sempre mostrato una certa ambizione, non c’è dubbio su questo. Forse, è proprio questa, impaziente, ambizione che lo ha portato a compiere scelte spesso frettolose. E non è un caso che non sia ancora riuscito a dare stabilità al percorso tecnico. Dal miracolo-salvezza di due anni fa si segnalano la separazione con Sabatini, richiamato quest’anno, il doppio esonero di Davide Nicola e l’inconsistente susseguirsi di quattro allenatori: Paulo Sousa, Pippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono. Il tutto affiancato da una programmazione scellerata in sede di mercato, complice una dirigenza senza veri punti di riferimento.

Prima del Sabatini-bis è stato De Sanctis, esonerato a dicembre, ad occuparsi della costruzione della rosa, ma con idee decisamente sbiadite. Senza troppi giri di parole, la squadra allestita non è mai stata a norma per la Serie A. Troppo azzardati gli acquisti estivi, da Martegani ad Ikwuemesi passando per il misterioso Trivante Stewart e Legowski. Nessuno di questi ha dato certezze, né garanzie, eccetto il giovane Tchaouna; nemmeno la rivoluzione invernale condotta da Sabatini non è riuscita a mettere una pezza sugli errori estivi. A ciò si deve aggiungere anche la situazione legata a Dia, le cui ambizioni andavano capite prima: il senegalese è un separato in casa a tutti gli effetti e pesa tanto, al giorno d’oggi, non essere riusciti a cederlo prima.

Poi, è tempo di snocciolare i dati. Dopo 31 partite, la Salernitana ha racimolato 15 punti: lo scorso anno ne aveva 33. Un -18 che dice tutto sulla regressione registrata dalla squadra. Inoltre, i granata sono il secondo peggior attacco del torneo, con 25 gol segnati (lo scorso anno ne mise 48 a referto, 16 solo di Dia), e la peggior difesa, con 64 gol subiti. Sinonimo di fragilità annunciata, che deve smuovere più di qualche coscienza. Al giorno d’oggi, chi riuscirebbe a lavorare con una squadra così disastrata? Senza riferimenti, se non per Candreva (ricordando che Ochoa non rinnoverà il contratto), e senza certezze? Tutti questi punti di domanda non danno una risposta, ma devono indire una rivoluzione. Che, alla luce di quanto visto quest’anno, non può che essere inevitabile.

 

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Fonte foto: X Salernitana

 

 

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