Riemergono i fantasmi. La Lazio perde ancora punti, ma la cosa grave è che lo fa sempre nello stesso modo. Va in vantaggio, controlla ma spreca, non la chiude, prende gol, si sfilaccia. E’ un copione difficile da accettare. Il Verona sfrutta l’inconsistenza biancoceleste e tira fuori l’orgoglio, strappando un punto che dà morale dopo una partita passata a subire. La squadra di Sarri, però, si perde ancora una volta in un bicchiere d’acqua. E perde punti.
Verona-Lazio, il racconto del match
La Lazio arriva al sessantennale del Bentegodi reduce da tre successi in fila e riparte da alcuni suoi fedelissimi: titolarità per Zaccagni, Felipe Anderson e Luis Alberto, spazio ad Immobile al centro dell’attacco, difesa affidata a Casale e Gila. Sulle fasce sgasano Marusic e Lazzari, al centro del campo libertà per Rovella e Guendouzi.
Lato Verona, a secco di vittorie da 14 partite, Baroni schiera i suoi con un modulo offensivo, affidando la trequarti a Serdar e Suslov al fianco di Ngonge e a supporto di Djuric. In difesa spazio a Coppola e Amione, con Tchatchoua e Terracciano sulle fasce. A centrocampo agiscono Folorunsho e Duda. Solo panchina per Hien, Doig e Lazovic.
Il copione della partita si sviluppa su ritmi tutt’altro che elevati ed è chiaro fin da subito: la Lazio gioca, il Verona attende il suo momento. I biancocelesti concludono la prima frazione con un impressionante 73% di possesso palla che certifica il dominio del gioco e della noia. Ma la squadra di Sarri sembra aver imparato a trovarsi nel posto giusto e a pungere nel momento giusto: nasce con questa consapevolezza l’azione del vantaggio firmato Zaccagni. Il grande ex, il più atteso, non sbaglia e regala agli highlights di giornata un pregevole colpo di tacco. Per il resto, gli ospiti creano poco e riducono a zero i rischi attraverso un controllo difficile da scardinare per un Verona sì volenteroso, ma timido e chiaramente limitato.
Il secondo tempo si articola sulla falsariga del primo: pochissime occasioni, pochissime emozioni e totale controllo biancoceleste delle operazioni. La Lazio avrà anche le occasioni per chiuderla. La più clamorosa arriva al minuto 55, con un contropiede sfruttato malissimo da Luis Alberto incapace di servire Immobile completamente solo in area. Alla lunga, certi dettagli li paghi col sangue. E infatti, minuto 70, l’Hellas Verona riesce a pareggiare i conti. Nasce tutto in maniera inaspettata, con la Lazio apparentemente tranquilla e un Verona sfilacciato e con poche idee. Ma gli scaligeri tirano fuori gli artigli nel segno di Cyril Ngonge. Chi se non lui: un suo tiro cross rischia di beffare Provedel, che smanacciando ”serve” Henry, libero di spingere la sfera in porta. La Lazio, scossa, trova l’energia per rigettarsi in avanti, e al minuto 75 troverebbe anche il nuovo vantaggio con la testata di Casale, ma il gol viene annullato.
In un momento favorevole, l’Hellas perde Duda, espulso, e si dedica alla trincea, respingendo gli ultimi attacchi, insistiti ma inconsistenti, della Lazio. 1-1 il risultato finale.
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Fonte foto: X Lazio