La sentenza della Corte Europea in merito alla Superlega continua a catalizzare l’attenzione del mondo calcistico, e tra le voci che si sono fatte sentire, c’è quella di Andrea Abodi, ministro dello Sport e dei giovani. Il ministro ha parlato ai microfoni a margine del punto stampa di fine anno al Parco del Foro Italico.
Uefa, la Superlega è solo una “conseguenza”
“C’è una posizione sostanzialmente analoga tra i grandi paesi europei che si vedranno il 10 gennaio a Bruxelles per concordare ulteriormente la posizione e sostanziarla. Io credo molto nella collaborazione“, ha affermato Andrea Abodi, ai microfoni del Parco del Foro Italico. Ha proseguito “La Corte non ha detto che si giocherà la Superlega ma che l’assetto va rivisto. Il presupposto fondamentale per me è che ci sia inclusività della competizione, la tutela dei campionati e vivai nazionali“.
In merito al futuro del calcio, Abodi non si è sbilanciato, dichiarando: “Oggi è un giorno di assunzione di responsabilità e di profonde riflessioni. Sarà importante leggere bene il dispositivo, ma in questi casi cerco di vedere le opportunità, c’è la necessità di rivedere il baricentro di rapporti ed interessi.”
In chiusura, il ministro ha anche fatto presente che se la situazione è arrivata al punto di richiedere una nuova lega calcistica, il problema sta a monte. “Prima di arrivare alle estreme conseguenze, c’è un percorso che la Uefa può fare” afferma, e il significato è chiaro. La divisione degli introiti tra club e UEFA è impari, con la parte gestionale che prende circa il 75% del capitale in palio a scapito delle squadre. Per quanto il fascino della Champions League sarà sempre lo stesso, come si può pensare che i top siano interessati a giocare una competizione che ti paga con le briciole? Sopratutto in un momento storico dove per comprare un top giocatore arrivi a pagare tranquillamente sopra i cento milioni di euro, cifra inimmaginabile fino a qualche anno fa?
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